giovedì 13 agosto 2009

FISCO INDAGA SU EREDITA' AGNELLI, POSSIBILE EVASIONE 1 mld

Giovanni Agnelli con i suoi pensieri











Fonte ANSA.it 13 agosto 2009
mercoledì 12 agosto 2009 21.45.00
Fisco indaga su eredita' Agnelli, possibile evasione 1 mld
L'indagine "e' stata aperta in seguito alle notizie diffuse dagli stessi eredi sull'esistenza di beni all'estero". Lo dice il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera
ANSA
ROMA - L'Agenzia delle Entrate indaga sull'eredita' degli Agnelli. Potrebbero esserci capitali per oltre un miliardo all'estero mai dichiarati al fisco. La notizia, diffusa dal Tg5, e' confermata dai vertici dell'amministrazione fiscale: l'indagine dell'Agenzia sul 'tesoro' degli Agnelli "e' stata aperta in seguito alle notizie diffuse dagli stessi eredi sulla esistenza di beni all'estero". Lo ha detto all'ANSA il direttore Attilio Befera."Le diatribe sull'eredita' sono note da mesi, sono su tutti i giornali e l'Agenzia, sulla notizia di possibili beni all'estero non dichiarati al fisco, come fa sempre ha anche in questo caso aperto l'indagine", ha proseguito. I controlli sono stati avviati in concomitanza con l'approvazione del decreto anti-crisi, a fine giugno, che contiene una stretta sui beni detenuti illegalmente nei paradisi fiscali. L'Ufficio accertamento dell'Agenzia ha archiviato meticolosamente, si apprende da ambienti della stessa amministrazione, giorno per giorno le notizie sulla diatriba diffuse dagli stessi eredi, in particolare dalla figlia dell'avvocato, Margherita. Quanto ai tempi dell'indagine fiscale, Befera non si pronuncia: "La stiamo seguendo, al momento non c'e' nulla di nuovo, non ho nulla da commentare", si limita a rispondere. Tecnici dell'amministrazione fanno notare che qualora venisse accertata l'evasione, gli eredi Agnelli non potrebbero usufruire dello scudo, la norma che concede una sanatoria per chi rimpatria i capitali detenuti all'estero illegalmente, perche' esiste un procedimento in corso. Secondo il Tg5 si tratterebbe di capitali detenuti per lo piu' in Svizzera e la cifra potrebbe collocarsi tra 1 e 2 miliardi di euro. Margherita ha sempre puntato il dito contro i gestori del patrimonio. Chiede l'esatto rendiconto dell'asse ereditario e, secondo quanto riferito sempre questa sera dal Tg5, ha citato in giudizio la madre: "Non volevo citare lei, sono stata costretta. Superato il lutto - sarebbero sempre parole della figlia dell'avvocato riferite nel Tg di Clemente Mimun - per aver perso mio padre ora devo affrontare il dolore di aver perso mia madre".

lunedì 27 luglio 2009

Inchiesta D’Alfonso, chiesto il rinvio a giudizio per 26 persone

Fonte: PrimadaNoi del 28.07.2009

Inchiesta D’Alfonso, chiesto il rinvio a giudizio per 26 persone
PESCARA. Il pm del tribunale di Pescara, Gennaro Varone, ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, e gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto e altre 23 persone.L’inchiesta è quella denominata "Housework", su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara che portò all’arresto del sindaco il 15 dicembre scorso. La richiesta conta 46 pagine e in allegato una memoria di 100 pagine.I 26 imputati devono rispondere, a vario titolo, di concussione, corruzione, tentata concussione, peculato, falso ideologico, truffa, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione indebita, abuso d'ufficio, favoreggiamento e turbata liberta' degli incanti.

Tra gli imputati il dirigente comunale Guido Dezio e l'imprenditore Massimo De Cesaris, che finirono agli arresti domiciliari insieme a D'Alfonso. L'inchiesta e' focalizzata sui lavori pubblici, tra cui quelli riguardanti i cimiteri e l'area di risulta, e sulla pubblicità istituzionale ed è cominciata verso la fine del 2007 una segnalazione giunta in procura indicava un certo numero di certificati anagrafici esenti da imposte stampati per motivi ignoti.

NEL MIRINO VIAGGI E CENEIl patron di Air One, secondo l’accusa, avrebbe versato tangenti al primo cittadino. Gli contestano il reato di corruzione e il corrotto, secondo la procura, sarebbe proprio il sindaco della città.Mentre il Comune stava per predisporre il bando di gara per l’affidamento dell’area di risulta (poi vinta da Toto) «sarebbero state pagate migliaia di cene elettorali».«Carlo Toto», scrisse il gip De Ninis nell’ordinanza, «gli avrebbe messo a disposizione un aereo per i movimenti suoi e dei suoi familiari ai quali avrebbe fatto avere anche biglietti gratis e la disponibilità di un'auto con autista per 3 anni. dal settembre 2004 al gennaio 2007, per ottenere appalti». Dalle indagini, inoltre, sarebbero state trovate tracce di tangenti in denaro, pranzi e cene per circa 11 mila euro. I fratelli Toto, sempre secondo le accuse, avrebbero anche versato finanziamenti a società ed enti ricollegabili in qualche modo a D'Alfonso (100 mila euro alla Pro Loco di Lettomanoppello, 100 mila euro per acquisito mezzo della famosa ambulanza di Lettomanoppello.

UNA ASSOCIAZIONE A DELINQUEREA Luciano D'Alfonso, Guido Dezio, Marco Molisani, Luciano Di Biase, Vincenzo Cirone, Antonio Dandolo, Pierpaolo Pescara, Marco Presutti, Fabrizio Paolini, Giampiero Leombroni, e' contestata l'associazione per delinquere.Per il pm D'Alfonso era «capo e promotore», gli altri partecipi. Lo scopo finale quello di «commettere una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica ed il patrimonio» volti «al reperimento di risorse per l'arricchimento personale, per il finanziamento dell'attività politica di Luciano D'Alfonso e per la propaganda presso i potenziali elettori in favore del sindaco».Durante le indagini gli inquirenti hanno poi scoperto come dai conti ufficiali del sindaco non venisse mai prelevato denaro.Nell’ordinanza di arresto dello scorso 15 dicembre il gip parlava inoltre di «inquinamento della democrazia» e di «mortificazione dei diritti fondamentali». Dubbi e sospetti emersero poi anche sulla imponente villa dell’ex sindaco, a Manoppello.

Il pm Varone scoprì «che non appena l’impresa di costruzione ha iniziato i lavori nella casa del sindaco, le sono piovute commesse dal Comune di Pescara; spesso artatamente preparate da illeciti frazionamenti delle opere appaltabili (così da aggirare l’obbligo della pubblica gara d’appalto) e, in molti casi, direttamente assegnate (con una disinvolto uso del cottimo fiduciario, vietato per le opere di importo superiore a € 20.000) in aperta violazione dei più elementari dettami dell’evidenza pubblica».Gli atti relativi all'inchiesta sono raccolti in oltre 50 faldoni a cui si aggiungono 40 scatoloni contenenti il materiale sequestrato nel corso delle indagini. Ora tocca al gup fissare la data dell'udienza preliminare.24/07/2009 15.30
COSI' E' NATA L'INCHIESTA HOUSEWORK
VIAGGI E CENE PER CEMENTARE L’AMICIZIA
«COSI’ SI TRUCCAVANO GLI APPALTI»«UN PC DA 3 MILA EURO PER UNA ASSUNZIONE»IL PM: «ECCO LO STILE D’ALFONSO»LE CONTRADDIZIONI NEGLI INTERROGATORI DI GARANZIA
LA SQUADRA D'AZIONE
LA PROVA DI ENTRATE OSCURE: NESSUN PRELEVAMENTO DAI CONTI PER MESI
VILLA SOTTOCOSTO: QUANDO I CONTI NON TORNANO
SIGILLI ALLA VILLA